La morte sui campi di Satnam Singh, il modo disumano con il quale è stato trattato e abbandonato al suo destino dopo il gravissimo incidente che gli aveva fatto perdere un braccio, pone problemi che vanno al di là della politica e delle possibili norme.
C’è una questione culturale che rende accettabile per alcuni imprenditori non solo sfruttare altri esseri umani oltre ogni limite ma anche lasciare che muoiano.
In passato il governo Renzi con il Ministro Maurizio Martina si impegnò molto, con norme ad hoc e campagne di comunicazione, contro l’orribile fenomeno del caporalato; colpendo sia gli imprenditori che fanno ricorso ai caporali che i caporali stessi. Anche il governo Conte con il Ministro Bellanova si spese contro il fenomeno.
Purtroppo restano alcune questioni irrisolte: senza criminalizzare un’intera categoria, c’è bisogno di un cambiamento culturale ed etico che renda impensabile abbandonare un lavoratore ferito lontano da un ospedale e che consideri il ricorso al caporalato un atto indegno per un imprenditore agricolo, in secondo luogo servirebbero più ispettori.
Così Corrado Martinangelo, presidente nazionale Agrocepi, interviene a seguito delle tragiche vicende avvenute nelle campagne in provincia di Latina:
Riteniamo apprezzabile la convocazione del tavolo sindacale da parte dei Ministri del lavoro e dell’Agricoltura del Governo Meloni per determinare ulteriori provvedimenti. Crediamo che in ogni caso bisognerebbe snellire le procedure dei permessi dei soggiorni da rilasciare agli extracomunitari, e in sede di agevolazioni pubbliche alle imprese rafforzare la condizionalità sociale prevista già per la Pac e agire con la revoca dei contributi pubblici per chi non rispetta le regole del lavoro.