MARTINANGELO, CATANIA, DE CASTRO, FRASCARELLI, SATTA, TAVOLETTA E GIANSANTI
“Abbiamo deciso di fare questo forum riunendo alcune delle migliori intelligenze del mondo della politica agricola, e probabilmente i massimi esperti di Politica Agricola Comune, per interrogarci sul futuro della Pac e per chiederci se questa debba essere l’unico strumento comunitario per l’agricoltura e l’agroalimentare. L’Europa dovrebbe dotarsi di un nuovo strumento che aiuti l’aggregazione delle imprese agricole e di trasformazione.” Così Corrado Martinangelo Presidente di Agrocepi al seminario ‘Verso la nuova Pac – il valore del giusto prezzo’ nelle filiere agroalimentari cui hanno partecipato Mario Catania già Ministro delle politiche agricole e parlamentare, Paolo De Castro, già Ministro dell’agricoltura anche lui e presidente della Comagri del parlamento europeo, il presidente di Fenapi, Carmelo Satta, il professor Angelo Frascarelli docente di politica agroalimentare all’Università di Perugia e già Presidente Ismea, il presidente di Acli Terra Nicola Tavoletta e Lorenzo Pirrotta giornalista e responsabile comunicazione Agrocepi.
“Il caso ha voluto che il seminario coincidesse con la presentazione del paper sul futuro dell’agricoltura Ue del commissario Christophe Hansen nel quale ci sono alcune importanti risposte e un cambio di passo dal punto di vista culturale sulle questioni ambientali”. Ha proseguito Martinangelo che ha sottolineato come il seminario dovesse essere un momento di riflessione necessario per poter poi iniziare un confronto con le istituzioni comunitarie e nazionali e chiedendosi se parte dei fondi non dovessero andare anche al settore agroalimentare nel suo insieme anche per aiutare il settore industriale in crisi.
Il presidente di Acli Terra Nicola tavoletta ha sottolineato come uno dei veri valori dell’agroalimentare italiano sia quello delle persone che con il loro saper. “Il vero valore del Made in Italy e del Made in Europe non è il prodotto ma il lavoro, la qualità del lavoro, la capacità e il talento delle donne e degli uomini che lavorano nell’agroalimentare. Serve una visione più ampia della Pac che protegga quei lavoratori che in troppi continuano ad abbandonare la terra.”
Il presidente di Fenapi, Carmelo Satta, ha invece sottolineato l’importanza delle piccole imprese e della dimensione familiare di molte imprese agricole, Inoltre l’importanza di una sinergia tra le varie organizzazioni agricole anche nel confronto sulla Pac.
Il professor Frascarelli ha incentrato il suo intervento sulla questione del giusto prezzo, spiegando quanto sia centrale il ruolo del consumatore, spesso sottovalutato, nella formazione del prezzo.
“I due problemi fondamentali sono: la volatilità dei prezzi e la distribuzione del valore lungo la filiera. Nonostante alcuni tentativi legislativi, per esempio in Francia, questi due problemi permangono. Da una parte il consumatore che compra sempre più prodotti trasformati e dall’altra la grande distribuzione rendono la filiera sbilanciata. La frammentazione dei piccoli agricoltori non può trattare in modo fruttuoso con la concentrazione della GDO. I piccoli agricoltori hanno solo due modi di restare in campo: crearsi una filiera cortissima vendendo direttamente oppure organizzarsi, aggregarsi in OP o cooperative. Inoltre servono leggi per garantire trasparenza di mercato contro le pratiche sleali.” Frascarelli ha ricordato l’articolo 62 prima norma varata dal Ministro Catania contro le pratiche sleali e che introduceva il contratto scritto.
Dopo Frascarelli è intervenuto appunto il Ministro Catania
“La comunicazione di oggi della commissione volta pagina su molte questioni. La Pac in vigore resterà tale fino alla fine 2027, è prevista però la direttiva sulle semplificazioni che dovrebbe entrare in vigore a breve che potrebbe già porre rimedio ad alcune storture. A dire il vero la semplificazione non è mai stata la specialità della commissione. Sono attese correzioni sulla filiera e sui pesticidi. Detto questo inizia un negoziato lungo che durerà un paio di anni. C’è poi la questione del quadro finanziario generale nel quale capire quale sarà l’entità delle risorse dedicate all’ agricoltura. L’idea di un cofinanziamento egli aiuti diretti della Pac potrebbe salvaguardare le risorse per gli agricoltori europei. Sul giusto prezzo e la filiera, sono stato il primo ad affrontare il tema con una norma, articolo 62, che sanzionava le pratiche sleali, obbligava al contratto scritto e al rispetto dei tempi di pagamento. Serve snellire le procedure potrebbero servire delle forme di arbitrato per avere una fase giudiziale più rapide.”
Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura e del COPA
ha sottolineato come il documento di visione abbia un cambio di paradigma netto e positivo. “Si torna a parlare di competitività, produttività e di redditività. Di tutela delle piccole aziende e di quelle più vocate al mercato. Poi ci sono questioni aperte: non c’è un richiamo formale al budget, ricordiamo il taglio lineare del 15% nella Pac attuale, il pagamento medio, la definizione di agricoltore.” “La Pac deve essere tutta la politica europea ma deve essere solo uno strumento della politica europea. Dobbiamo dialogare con il commissario per individuare gli obiettivi comuni. Si parla anche della possibilità di fondi unici per singolo stato, questo rinazionalizzerebbe le politiche agricole e mischierebbe vari fondi anche non riguardanti l’agricoltura.”
Infine è intervenuto l’On. Paolo De Castro da Bruxelles che ha spiegato come si lasci la logica di penalizzazione legata all’ambiente ma si torni a una logica di incentivi, si fa tornar e obbligatoria l’origine dei prodotti. “Abbiamo trovato molta Italia nel documento anche nella questione della semplificazione della Pac. Attenzione ad un’agricoltura e della promozione. Speriamo che si passi dalle parole ai fatti”.
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