In un settore pieno di prodotti di nicchia come quello del vino, la Cina risulta essere tra i mercati più redditizi. La Cina è al momento il terzo mercato più grande al mondo per consumo di vino rosso e si prevede che nel 2021 supererà la Francia, diventando il secondo mercato più grande al mondo. Grazie a una gradazione alcolica non troppo alta e alla percepita salubrità, il vino è un prodotto molto apprezzato dai consumatori cinesi, che sembrano avvicinarsi sempre più a un prodotto che solo nel 2016 rappresentava il 5% del consumo totale di alcol. Il potenziale è enorme se si considera che nel 2017 l’aumento dei volumi di importazione è stato del 18% e che un anno dopo, nel 2018, è stata importata una quantità di vino pari a 3 milioni di dollari.
ESPORTARE IL VINO IN CINA: PANORAMICA
Esportare il vino in Cina: Australia, Francia e Cile in testa!!
La Francia è stata il leader del mercato del vino per molto tempo.
Nel 2018 il vino francese occupava circa il 30% del vino importato dalla Cina e a seguire vi erano Australia e Cile.
Un anno dopo la classifica è cambiata leggermente, sebbene i primi tre esportatori di vino rimangano Francia, Australia e Cile. Secondo i dati diffusi da CAWS, durante i primi quattro mesi del 2019 l’Australia ha esportato 277,5 milioni di dollari di vino in Cina, rappresentando il 34,1% della quota di mercato. La quota di mercato francese, al contrario, si è ridotta al 28,8%. Anche la performance del Sudafrica del 2019 è scoraggiante, con un calo del 32,9% in valore e del 57,92% in volume.
Il Cile, invece, si conferma al terzo posto e rimane fermo sul podio.
Nonostante il consumatore cinese sia più maturo e informato rispetto a qualche anno fa, alcune categorie di prodotto e differenze che a noi sembrano chiare non vengono ancora riconosciute dal consumatore cinese medio. Basti pensare che in alcune fiere cinesi la divisione degli stand è semplicemente tra “vecchio mondo” e “nuovo mondo”. Dove nel primo sono raggruppate Italia, Francia, Spagna e così via, mentre nel secondo Australia, Cile, Stati Uniti, ecc. Quello che deve fare chi vende è attuare una strategia differenziata e adattata a questo nuovo mercato, non cadere nell’errore di pensare che il proprio prodotto sia rinomato e pregiato, e che dunque si venda da solo.
ESPORTARE VINO IN CINA PER GLI ITALIANI: QUALI SONO I NUMERI ED IL CONTESTO
Come detto, protagonisti delle importazioni in Cina sono stati Francia, Australia e Cile. A seguire Italia, Stati Uniti, Argentina, Sud Africa, Germania, Nuova Zelanda, Portogallo, Georgia e Moldavia.
Per l’ Italia:
È da notare l’interessante performance del sotto-segmento degli spumanti italiani; nel primo semestre del 2021 le importazioni di questo prodotto proveniente Belpaese sono state pari 11.365.760 dollari, in crescita del 52,84%.
Le importazioni di spumante rappresentano il 20% della totalità delle importazioni di vino italiano. Secondo EuroStat, la quota di mercato dello spumante italiano in Cina da Gennaio a Maggio di quest’anno è stata del 20,9%, collocandosi al secondo posto dopo la Francia (69,38%): un eccellente.
Dopo un 2020 tormentato dall’epidemia, il vino italiano sta ora godendo di una ripresa eccezionale con le esportazioni di vino nel mondo in crescita del 22,03% su base annua da gennaio a Maggio 2021. La Cina è salita al 13° posto nella classifica delle destinazioni dell’export italiano, con tassi di crescita vertiginosi. Da Gennaio a Maggio 2021, le esportazioni italiane di vino in Cina hanno raggiunto $65.066.029, con un aumento del 97,97%. Il volume delle esportazioni ha raggiunto 14.462.895 litri, in crescita del 76,14%.
Secondo le parole del Capo del coordinamento della Commissione italiana per il commercio estero, per il mercato italiano esportare il vino in Cina ha un enorme potenziale. I dati mostrano che l’attuale consumo pro capite di vino nel Paese del Dragone ammonta a solo 1,3 litri all’anno, mentre in Portogallo (uno dei maggiori consumatori di vino pro capite al mondo) questa cifra arriva addirittura a 60 litri. Dunque, in Cina c’è ancora molto spazio per la crescita del vino. Anche se il bere vino non è un elemento tradizionale della cultura alimentare cinese, diventerà gradualmente un nuovo modo di vivere.
Il primo Marzo 2021 è entrato in vigore l’accordo Cina-UE sulle indicazioni geografiche, il primo grande accordo commerciale tra Cina ed Europa negli ultimi anni per esportare il vino in Cina. Delle prime 100 indicazioni geografiche riconosciute reciprocamente, 26 sono italiane. All’interno di questo accordo, l’Italia è il paese dell’UE con la quota maggiore di prodotti, riflettendo pienamente l’eccezionale qualità del Made in Italy. La maggior parte di questi 26 prodotti sono diverse tipologie di vini italiani, il che è un tributo alle avanzate competenze enologiche dell’Italia. Questo importante traguardo incoraggia a continuare a promuovere i vini italiani in Cina. Nelle future attività promozionali, si dovranno mettere in evidenza la qualità e la diversità delle caratteristiche del vino italiano. (1)
COSA DEVE FARE L’IMPRENDITORE ITALIANO PER ESPORTARE IL VINO IN CINA?
Costruire/Avere Branding riconoscibile/affermato: Oggi Il mercato è molto più competitivo e i margini tendono a diminuire. I potenziali partner prima di stipulare un contratto vogliono essere accuratamente informati sulla Società (quanto è conosciuta in Cina) prima di accettare la distribuzione dei suoi prodotti.
Avere/Mantenere buona reputazione on line: I clienti cinesi leggono e s’informano on line ed off line sui prodotti e sulla reputazione del produttore sia nel suo paese di produzione che nelle attività di esportazione realizzate
Utilizzo di e-commerce/Social: Il popolo cinese usa diversamente da noi, l’ Online praticamente in tutti i modi: Alibaba, We Chat, Tmail, ecc sono sicuramente mezzi da usare per poter sponsorizzare il B2B e B2C i propri prodotti (anche attraverso l’ausilio partner in Cina per la distribuzione, chiaramente diventa indispensabile).
E SE NON HAI I FATTORI SOPRA RIPORTATI PER ESPORTARE IL VINO IN CINA?
KOI ed Influencer: In Cina sono figure indispensabili per la promozione del marchio. Figure di spicco con milioni di follower, che nei principali social network cinesi consigliano al pubblico cosa usare e acquistare. Il consumatore cinese, a differenza di quello occidentale, non trova fastidiosa la vendita diretta, anzi, molto spesso la ricerca. Non è raro trovare all’interno delle pagine di KOL link diretti all’e-commerce di determinati prodotti da loro sponsorizzati.
Affidarsi a consulenti d’internazionalizzazione che abbiamo chiari progetti
Andare in Cina (fiere/incontri): per capire come funziona bisogna capire come pensa ed agiscono a livello commerciale sia i clienti finali che i distributori/importatori. L’ Esperienza reale è sempre impagabile.
IBS di S. Intiglietta, supporta le aziende interessate in termini di analisi del contesto aziendale, sviluppo progetti d’internazionalizzazione, sicurezza alimentare/sul Lavoro, certificazioni di Qualità e di prodotto.
BIBLIOGRAFIA
(1) dati delle importazioni doganali in Cina; EuroStat; Consiglio italiano per il commercio estero ITA/ICE-Agenzia italiana del commercio