“Abbiano posto all’Abi una questione importante per evitare che le imprese che hanno vinto il bando per i contratti di filiera non vengano penalizzate nell’accesso ai fondi messi a disposizione dal Mediocredito Centrale e da Ismea per la crisi creata dall’emergenza Covid.”
Così il Presidente di Cepi, Rolando Marciano, riassume una questione piuttosto complessa che gli è stata posta dalla nostra federazione agroalimentare Agrocepi, in particolare dal suo Presidente Corrado Martinangelo.
“La nostra Federazione Agroalimentare ci ha segnalato la questione in questi termini. Il Ministero delle Politiche, agricole, alimentari e forestali nel 2017 ha aperto i bandi per i contratti di Filiera, che prevedono tra l’altro contributi in conto capitale, contributi in conto interessi tramite la Cassa deposito e prestiti e il resto a carico delle stesse imprese; al bando hanno partecipato numerose imprese per una grande opportunità di sviluppo. Nel frattempo come purtroppo è noto è scoppiata la crisi Covid e ovviamente molte aziende stanno riscontrando difficoltà a stipulare i mutui con gli Istituti finanziari soprattutto per quanto concerne il rilascio di proprie garanzie. A fronte – prosegue il Presidente di Cepi – delle importanti norme approvate in tema di garanzie Mediocredito Centrale e Ismea per le imprese durante l’emergenza Covid, le banche interessate dalle Filiere considerano non applicabili tali garanzie pubbliche nella fattispecie, in quanto vi sarebbe già la “finanza agevolata della Cassa depositi e prestiti” con il fondato rischio che molte attività imprenditoriali non avviano i propri investimenti”.
“Per questo abbiano chiesto in intervento dell’Abi per definire con i soggetti interessati una possibile soluzione in merito; ciò anche se dovesse riguardare l’utilizzo delle garanzie pubbliche solo per la parte ordinaria dei mutui a carico delle relative imprese, nel rispetto – conclude Marciano – comunque del quadro comunitario degli aiuti approvato in deroga, auspicando altresì una maggiore dilazione dei tempi oggi stabiliti in 6 anni per la restituzione delle somme”.
Fonte cepionline.it